Piante a rischio di estinzione
La biodiversità del nostro pianeta è fortemente minacciata, e la gravità dello scenario si può intuire dalla crescente lista delle specie di piante a rischio di estinzione. Secondo il rapporto “State of the World’s Trees” pubblicato dal Botanic Gardens Conservation International, il declino delle specie vegetali rappresenta una sfida urgente che richiede azioni immediate.
In questo contesto, emerge il ruolo cruciale di aziende, come Cultipharm, che si impegnano a preservare la biodiversità fornendo soluzioni innovative e tecnologie all’avanguardia.
La coltivazione controllata di piante negli ambienti delle vertical farms permette, infatti, di mantenere viva la diversità vegetale, offrendo una fonte affidabile di ingredienti di alta qualità per i settori farmaceutico, nutraceutico e cosmetico.
Unendo la ricerca scientifica e l’impegno per la sostenibilità ambientale, Cultipharm sta portando avanti una missione che va oltre il profitto aziendale, contribuendo al benessere dell’intero pianeta.
Piante in via di estinzione: le cause
Lo “State of the world’s trees” ha rivelato che un terzo delle specie di alberi e piante nel mondo è a rischio di estinzione; una preoccupante situazione, che si è aggravata negli ultimi decenni e che coinvolge numerosi fattori. Tra i principali troviamo il cambiamento climatico, che ha generato una serie di eventi di disturbo su vasta scala. A questo si aggiungono siccità, stress idrico e l’aumento dell’incidenza di parassiti e malattie, che hanno causato una significativa mortalità delle piante, con una velocità tale da impedirne l’adattamento progressivo.
Ad oggi il 29,9% delle specie di alberi e piante è considerato minacciato, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza di interi ecosistemi naturali.
Questo allarme richiede un’azione urgente, con l’obiettivo di preservare la diversità delle piante a rischio di estinzione.
Come sono protette le specie a rischio
L’eccessivo commercio e sfruttamento, a livello internazionale, di alcune specie rappresenta un pericolo reale per la loro protezione. Per questo motivo nel 1973 è stata stipulata la “convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione”, abbreviata con CITES, che rientra tra le attività dell’ONU rivolte alla tutela dell’ambiente.
Quando una specie di pianta entra a far parte della lista è, quindi, protetta, ed il suo commercio internazionale viene regolamentato in maniera restrittiva, a seconda del suo grado di pericolo: il suo commercio può essere vietato o fortemente limitato.
L’obiettivo è quello di garantire che la specie di flora o di fauna mantenga il suo ruolo ecologico, nel suo habitat.
Queste limitazioni vanno, quindi, ad influenzare le aziende dell’industria farmaceutica e nutraceutica, che si trovano costrette ad affrontare numerose sfide, sia a livello di costi che di approvvigionamenti.
Le restrizioni sulla raccolta e il commercio di piante in pericolo di estinzione comportano una riduzione delle fonti disponibili e un aumento dei costi di produzione e di tracciabilità. Ciò richiede una maggiore attenzione nella selezione dei fornitori e l’implementazione di pratiche di approvvigionamento sostenibili.
Impatto economico e commerciale della perdita di piante
Il rischio di estinzione di alcune specie botaniche non mette a repentaglio solo l’equilibrio ecologico, ma anche quello economico di aziende che utilizzano un particolare botanico in lista CITES.
La variazione delle fonti di approvvigionamento e la scarsità di queste preziose piante possono portare a una serie di sfide economiche per le aziende in questione.
La ridotta disponibilità delle materie prime, o la perdita in termini di qualità, comportano un rallentamento dei processi di produzione e un aumento dei costi di rifornimento.
Tuttavia, in mezzo alle sfide esposte, si celano anche opportunità di business. Per le aziende che investono nella conservazione delle piante a rischio di estinzione si presentano, infatti, alcuni vantaggi: il non dover eliminare o diminuire la propria offerta contenente i botanici a rischio e la possibilità di sviluppare nuove linee di prodotti, che soddisfino la crescente domanda di soluzioni alternative e sostenibili. I consumatori, sempre più consapevoli dell’impatto ambientale delle loro scelte, sono infatti alla ricerca di prodotti provenienti da aziende impegnate nella protezione della biodiversità.
Il ruolo dei consumatori nel cambiamento
I consumatori svolgono un ruolo cruciale nel promuovere il cambiamento verso una maggiore conservazione delle piante. Le loro scelte di acquisto consapevoli possono, infatti, influenzare direttamente le industrie. Per questo motivo, è importante educarli sulle problematiche legate al rischio di estinzione di alcune specie botaniche e sulla necessità di proteggere la biodiversità.
Grazie all’aumento della consapevolezza e alle scelte di un consumo critico sempre più orientate verso fonti sostenibili e certificate, i consumatori possono contribuire a creare un mercato incentrato sulla sostenibilità.
La missione di Cultipharm
In questo contesto, Cultipharm si pone come azienda all’avanguardia, adottando la tecnologia del vertical farming, per coltivare in modo controllato e sostenibile botanici e ingredienti attivi, fornendo, quindi, una soluzione affidabile alle sfide che l’industria farmaceutica e nutraceutica affrontano quotidianamente nella gestione delle piante in lista CITES.
Il metodo Cultipharm garantisce elevati standard di qualità dei botanici e, grazie alla coltivazione sostenibile e controllata, permette di scongiurare il rischio di incorrere in problematiche di reperibilità della materia prima e il conseguente aumento dei prezzi d’acquisto; questo permette la costruzione di una filiera 100% italiana che consenta l’utilizzo di materie prime locali, senza ricorrere all’importazione di piante provenienti da mercati di altri paesi.
La Vertical Farm: un’alternativa sostenibile
Le vertical farms rientrano nella CEA (Controlled-environment agriculture) e predispongono un ambiente controllato e ottimizzato per la coltivazione delle specie botaniche. Queste strutture consentono, infatti, di creare le condizioni ideali per la crescita delle piante, senza che siano condizionati da fattori ambientali esterni.
Grazie a questa tecnologia è possibile ridurre significativamente l’impatto ambientale della coltivazione, cosa che non può essere garantita dal classico approccio in pieno campo.
L’agricoltura tradizionale ha necessità di grandi superfici coltive, non è in grado di ottimizzare i consumi idrici, che vengono dispersi nel suolo, e nemmeno di proteggere le coltivazioni senza indulgere nell’utilizzo di pesticidi. Al contrario, le vertical farms, grazie allo sviluppo in verticale, ottimizzano la distribuzione delle aree coltive, razionalizzano l’utilizzo delle risorse idriche, sono certificate a residuo zero perchè non necessitano di trattamenti con prodotti fitosanitari e utilizzano fonti di energia rinnovabile per la propria produzione.
L’implementazione della tecnologia delle vertical farms è il focus di Cultipharm, che si avvale di queste moderne strutture al fine di migliorare la qualità delle piante prodotte, di garantirne la reperibilità sul mercato e di tutelare l’ambiente.
Ripopolamento secondo Cultipharm
L’aggravarsi della condizione degli scenari ambientali a livello mondiale spinge ad agire con azioni concrete da realizzarsi in tempi rapidi, coinvolgendo più attori possibili a livello istituzionale.
Cultipharm ha cominciato a sondare possibilità di collaborazione con Enti per la tutela del territorio, che già si occupano di monitorare e controllare diverse aree del territorio italiano.
L’obiettivo che Cultipharm si pone è quello di affiancare aziende del settore nutraceutico, cosmeceutico e farmaceutico che possano presentare progetti di tutela del territorio condivisi con le istituzioni che consentano il ripopolamento di botanici a rischio all’interno di aree controllate e protette, garantendo comunque la continuità di utilizzo degli stessi senza pregiudicarne la sussistenza.
In conclusione, l’Innovazione e le nuove tecnologie, come le vertical farms, sono strumenti indispensabili per la conservazione e la tutela dell’ambiente. Affinché questo avvenga è però necessario il supporto di tutti gli attori coinvolti, dalle aziende produttrici al consumatore finale.
Un impegno congiunto, è l’unico modo possibile per preservare la biodiversità e la disponibilità di botanici fondamentali per la nostra sussistenza.